Un Tempo di Spiritualità
11 Dicembre 2019UMOJA
15 Marzo 2020Gli auguri di Natale, tra sguardi e sogni.
Lo sguardo: può racchiudere così tanti messaggi da rischiare di essere frainteso, oppure può essere fonte di conoscenza che parte da un’osservazione esterna per giungere a un’intuizione interiore. Lo sguardo ha costituito il filo rosso della proposta di riflessione e di augurio natalizio che gli alunni della scuola secondaria del Collegio Dimesse di Padova hanno rivolto ai genitori, lunedì 16 dicembre. “Guardate gli uccelli del cielo…osservate i gigli del campo…”: siamo partiti da questo invito fin dal primo giorno di scuola; anzi, noi insegnanti avevamo già sostato con questa Parola, tratta dal Vangelo di Matteo, la settimana precedente, per individuare un cammino comune a tutta la nostra Scuola. Avevamo scelto di contemplare la natura per imparare da essa a non affannarci per il domani e soprattutto a fidarci del modo con cui il Signore della vita si prende cura di noi. Le esperienze vissute con i ragazzi avevano come obiettivo quello di aiutarli a compiere dei piccoli passi lungo questo percorso. Le classi seconde e terze medie hanno anche avuto la possibilità di trascorrere alcuni giorni a Enego, proprio a contatto con la natura; e sono state significative le riflessioni emerse dai ragazzi stessi contemplando il paesaggio circostante. Osservando una montagna innevata provo una sensazione di pace, guardando la bellezza del creato sento in me un profondo senso di gratitudine, i monti richiamano gli alti e bassi della nostra vita, le valli che uniscono due montagne fanno pensare all’amore tra due persone e al perdono che ci riavvicina dopo che ci siamo allontanati da qualcuno: queste sono alcune risonanze sgorgate dai loro cuori durante i momenti di ascolto e di preghiera. Le abbiamo condivise con i genitori, insieme ad altri pensieri che sono stati raccolti in altre attività di classe. Riflettendo sui sogni che ognuno porta in cuore, abbiamo capito che ciascuno ne ha uno di grande e che abbiamo bisogno che qualcuno ci dia una mano per poterli realizzare. Durante la meditazione proposta ai genitori, lo sguardo si è spostato dalla natura a un bambino, il piccolo bambino che “sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi”. Un bambino, infatti, porta con sé lo slancio del sogno; niente più di lui accende il desiderio di novità, di grande, di bellezza che è racchiuso nel cuore di ogni uomo. Qualcuno di noi sogna amicizie e relazioni vere, qualcuno di noi sogna di trovare delle persone che ci ascoltino veramente, qualcuno di noi sogna di poter essere un esempio per chi è più piccolo, qualcuno tra noi sogna di imparare a perdonare: sono sogni di grande valore, sgorgati proprio dal cuore dei nostri ragazzi. Noi adulti abbiamo colto la loro richiesta di accompagnarli nel cammino e con Mosè abbiamo chiesto al Signore che ci sostenga in questo compito. Nel libro dell’Esodo, Mosè si rivolge a Dio così: “Ora, se davvero ho trovato grazia ai tuoi occhi, indicami la tua via, così che io ti conosca, e trovi grazia ai tuoi occhi; considera che questa gente è il tuo popolo”. E Dio gli assicura il suo aiuto. È stato un tempo – quello della meditazione condivisa tra ragazzi, genitori e comunità educante – che ci ha fatto crescere un po’ tutti e ci ha offerto degli spunti per vivere così il nostro Natale. I ragazzi hanno portato con sé un segno: un bauletto con dentro un piccolo specchio e un sogno, uno specchio per ricordare che ognuno di noi ha nel cuore una profonda bellezza e un sogno per proiettare in avanti il nostro sguardo, ricordando però che il domani non deve essere motivo di troppa preoccupazione e di grandi affanni. Un piccolo bauletto con un prezioso tesoro: ci aiuterà a orientare lo sguardo, perché guardando gli uccelli del cielo e osservando i gigli del campo i nostri occhi si posino su quel Maestro che ci ha mostrato il volto del Padre che si prende cura di noi perché la nostra vita sia nella gioia, e nella gioia condivisa!