#tout ira bien
2 avril 2020TEMPS CORONAVIRUS
10 avril 2020TEMPS CORONAVIRUS.
A inizio febbraio 2020, veniamo a conoscenza di un “grave problema” in Cina: una malattia sconosciuta fa strage di persone contagiate da un nuovo virus micidiale. A noi sembra una “minaccia” lontana per il momento e stiamo tranquilli.
Improvvisamente il 21 dello stesso mese scoppia un contagio anche in Italia, a Vo Euganeo.
Siamo sorpresi e frastornati: che cosa sta accadendo? Ci troviamo velocemente a vivere una situazione d’emergenza imprevedibile. Il paese del focolaio diventa “zona rossa”: impossibile entrare e uscire; a raffica i tamponi per scoprire i contagiati e gli asintomatici.
Intanto anche in Lombardia si formano focolai di infezione e subito tramutati in zona rossa. In un lampo tutta l’Italia è “zona protetta”.
La vita quotidiana subisce un cambio repentino: vengono chiusi tanti luoghi di aggregazione, comprese le scuole. Le chiese restano aperte solo per la preghiera personale. I restringimenti successivi creano disagio e spaesamento generale, tristezza e angoscia: l’isolamento e la solitudine aumentano, abbiamo perso le nostre sicurezze. Ecco lo slogan ripetuto all’infinito: Restate a casa!
Intanto l’epidemia si diffonde velocemente in altri Stati, con contagiati e morti in aumento ogni giorno: diventa pandemia.
Difficile decifrare i sentimenti e le emozioni di fronte alle scarse e incerte informazioni di virologi e del comitato tecnico-scientifico. Si accavallano notizie e opinioni a volte contrastanti: che fare?
L’unica “arma” della nostra Comunità è la preghiera, assidua e ritmata lungo i giorni dolorosi.
Le immagini televisive del personale ospedaliero, dei volontari, della Protezione civile e delle Forze dell’ordine, impegnati in questo “combattimento” contro un nemico invisibile, riempiono i nostri occhi e il nostro cuore di pena e gratitudine immensa.
La commozione ci prende quando vediamo o sentiamo la generosità di tanti, la fragilità dei malati, la responsabilità dei governanti.
Ci commuove papa Francesco, che ogni giorno prega intensamente per questa situazione. Impressa nell’animo è rimasta la preghiera del 27 marzo, in una Piazza S. Pietro deserta: la pioggia battente irrorava il corpo crocifisso di Cristo, esposto lì, vicino al colonnato; il papa benediceva il mondo con il prezioso ostensorio, in maniera speciale, “Urbi et Orbi”, accompagnata dall’indulgenza plenaria; il silenzio, da brividi, dell’adorazione all’entrata della basilica vaticana, a chiedere con insistenza la fine di questo male mondiale. L’immagine della Madonna “Salus populi romani” stava come a intercedere per questa umanità ferita e dolorante.
Mi scopro con le lacrime agli occhi ogni volta che vedo scorrere sullo schermo televisivo le meste file di camion militari che trasportano un infinito numero di bare con i morti di CODIV 19, spirati nella solitudine, senza la vicinanza, il saluto consolante o la carezza di una persona cara.
Mi tocca nel profondo ogni discorso del premier Conte, quando emana un nuovo decreto con le restrizioni per il contenimento del virus e l’appello accorato agli italiani, perché sappiamo essere corresponsabili in questo triste contesto.
Come risulta difficile a volte mantenere le distanze fisiche…
Non è facile neppure cimentarsi nella didattica a distanza con alunni e famiglie!
E ancora e sempre occasioni di preghiera, di celebrazioni trasmesse e partecipate da casa, il “Rosario”, la S. Messa, l’affidamento alla Madonna caratteristica di ogni Diocesi, le intercessioni…tutto in unione spirituale con il mondo intero.
La Fede trasforma il pianto in speranza, la solitudine in solidarietà, l’angoscia in fiducia: tutto il Signore vede e accoglie, è presente in maniera misteriosa, dà forza per continuare, aiuta a riflettere: la vita di tutti è nelle sue mani.
Ancora non sappiamo quanto durerà questa situazione, ma certamente tutti noi italiani abbiamo riscoperto il valore e la necessità della preghiera, abbiamo maggiore consapevolezza che può essere il “vero vaccino” che ci libera da questo male mondiale.
Il Signore è con noi e ci guiderà sempre, mentre ci ripete per mezzo del profeta Geremia: “Io cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni”.